Produttori

  Latte crudo da pecore di razza Valle del Belìce, allevate ed alimentate prevalentemente al pascolo libero.
La Vastedda della valle del Belìce viene prodotta artigianalmente dai casari siciliani che, aiutati dalla micro-flora casearia autoctona, riescono a far filare la tuma di pecora.
logo Vastedda della Valle del Belìce DOP
Occorre tutta la maestria dei casari siciliani per adattare la tecnica della filatura al latte ovino dal quale si ottiene la Vastedda della valle del Belìce DOP.
  Il latte da utilizzare è solo quello fresco di pecore razza valle del Belìce.
Come da tradizione, il latte viene scaldato sino alla temperatura di 40°C. Dopo di che si aggiunge il caglio di agnello in pasta. Sono sufficienti circa 50 minuti per formare la cagliata, la quale deve essere rotta finemente.
La massa viene trasferita nei contenitori in giunco, fuscelle, dove viene lasciata riposare per un periodo di 24-48 ore, durante il quale il formaggio acidifica.
A questo punto la massa viene estratta, tagliata a listarelle e posta in un tino di legno, piddiaturi.
  Poi, con l'aggiunta di acqua calda e la lavorazione tramite una pala in legno, vaciliatuma, avviene la filatura del formaggio.
Una volta filata, la pasta viene modellata sul tavuleri, ottenendo così delle trecce che vengono adagiate in piatti fondi.
Su questi piatti la pasta si assesta, e rivoltata alcune volte assume la caratteristica forma a focaccia.
  I produttori della Vastedda della Valle del Belìce DOP sono assoggettati al controllo attuato dall’IZS nell'operare in conformità al Disciplinare di produzione del Formaggio “Vastedda della valle del Belìce DOP” e al Dispositivo di Controllo approvato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
Il consorzio, incaricato dal MIPAAF, provvede all'iscrizione negli appositi registri dei soggetti che intendono partecipare alla filiera produttiva ed a vigilare sul corretto uso della denominazione protetta.
  Gli attrezzi utilizzati per la preparazione della Vastedda della valle del Belìce DOP sono quelli tradizionali strumenti storici tramandati nel corso della storia.
Si tratta di attrezzature in legno come il piddiaturi, la tina, il tavuleri, la rotula ed il bastone per la filatura o le fuscelle di giunco.
Tutti attrezzi che arricchiscono il latte di una flora microbica pro-casearia che conferiscono alla Vastedda del Belìce, in modo naturale, particolarità e specificità.