Lavorazione della Vastedda

Il disciplinare di produzione descrive ogni aspetto della Vastedda della valle Belìce DOP, tra i quali la metodologia di produzione. Scarica il disciplinare
Razza Valle del Belìce
Il latte da caseificare proviene da pecore di razza Valle del Belìce alimentate con foraggi freschi, erba lungo i filari dei vigneti, frasche da potatura di ulivo, cladodi di ficodindia o foglie di vite dopo la vendemmia
La tuma
Il latte scaldato alla temperatura di 40°C viene unito al caglio di agnello. Dopo circa 50 minuti la cagliata può essere rotta per poi essere trasferita nelle fuscelle
Il Piddiaturi
Al riposo per 24-48, il formaggio acidifica. La massa può essere quindi estratta, tagliata a listarelle e posta nel tino di legno, il piddiaturi
La filatura
Con l'aggiunta di acqua calda inizia dunque la filatura e la lavorazione tramite la pala in legno, il vaciliatuma
Tavuleri
Una volta filata, la pasta viene modellata sul tavuleri, ottenendo così delle trecce che vengono adagiate in piatti fondi. Su questi piatti la pasta si assesta, e rivoltata alcune volte assume la caratteristica forma a focaccia
Vastedda DOP
A 12 ore dalla filatura i formaggi sono tolti dal piatto, salati in salamoia e lasciati asciugare per altre 12-48 ore

La tradizione

Gli attrezzi utilizzati per la preparazione della Vastedda della valle del Belìce DOP sono quelli tradizionali strumenti storici tramandati nel corso della storia.
Si tratta di attrezzature in legno come il piddiaturi, la tina, il tavuleri, rotula e bastone per la filatura o le fuscelle di giunco.
Tutti attrezzi che arricchiscono il latte di una flora microbica pro-casearia che conferiscono alla Vastedda del Belìce, in modo naturale, particolarità e specificità.
logo Vastedda della Valle del Belìce DOP